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giovedì 22 giugno 2023

Sicurezza in rete

Questo è solo un contributo semplice e sommario per capire l'importanza della sicurezza in rete; non è diretto a specialisti del settore.
Dopo le rivelazioni di E.Snowden si è acquisita piena consapevolezza del fatto che qualunque dato può essere acquisito, ovunque si trovi.
Però ciò non significa che chiunque può acquisire qualunque dato.
Lo possono fare organizzazioni come la NSA, che dispongono di mezzi potentissimi, non il singolo hacker, o gruppi, o addirittura un servizio di informazioni nazionale. Nemmeno in Cina e in Russia lo si può fare, nonostante si sappia bene quanto i governi di queste nazioni esercitino un potere quasi assoluto in quasi ogni materia.
Infatti, nonostante la nuova consapevolezza, il budget complessivo di spesa per la sicurezza è ancora la voce più imponente nè gli esperti sono diventati tutti disoccupati.
Se ci si vuole affacciare su questo mondo, si consiglia, almeno, la lettura di questo documento, che ha il pregio di rendere semplici gli standard su cui vengono costruite complicatissime architetture.
Non è nemmeno necessario leggerlo tutto: bastano un paio di capitoli per capire di cosa si tratta.
Il principio animatore della disciplina non è la rimozione del rischio, ma la sua minimizzazione.
Naturalmente, se si sfida direttamente il mostro Panopticon se ne uscirà sicuramente con le ossa rotte, ma questo solo perchè la minaccia all'integrità dell'intera rete è di livello altissimo, quindi le misure prese a contrasto saranno proporzionali al danno eventuale.
Nella mentalità comune, questa consapevolezza abbassa ulteriormente ogni difesa della propria privacy, dell'integrità dei dati che si vogliono conservare e della loro disponibilità e condivisione.
Quindi, qualunque provvedimento preso per limitare interventi di terzi può essere efficace.
Il controllo di terzi sui dati personali e la loro diffusione sono ancora reati in quasi tutte le nazioni: compreso il "Mondo libero". Non esiste alcun obbligo alla trasparenza universale: nemmeno la Gestapo pretendeva che ci fosse.


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